Una mostra dovrebbe trarre il meglio dall’abilità dell’arte di mostrare alle persone modi di esistere non conosciuti e di modificare anche se parzialmente la propria visione del mondo e del modo in cui lo viviamo.
Da vedere all’arsenale gaggiandre l’installazione “Acqua Alta” di Tomas Saraceno, il suono della città gallegiante fra 100 anni. Saraceno ricerca modi sostenibili di abitare l’ambiente, si relaziona alle forme di vita intorno a noi in un epoca di tumulto ecologico, ci esorta a sintonizzare le nostre prospettive verso quelle di altre specie e sistemi, trovando strade ibride e alternative per vivere sul nostro pianeta.
L’installazione riprende il sistema di allarme di Venezia per segnalare l’acqua alta: un segnale intermittente echeggia alla frequenza delle fasi della marea dando voce agli elementi che vivono il mare.

Aeroscenes propone un nuovo modo di fluttuare salvaguardando il cloudscape terrestre e risuonando attraverso i confini planetari. La scultura aerosolare una volta riempita d’aria e riscaldata dal sole si eleva verso il cielo senza alcun uso di combustibile, comunicando un messaggio di semplicità e ricordandoci che l’aria appartiene a tutti.
Altri scatti

liliana moro, il pozzo di san patrizio, 2001
carol bove, bather, 2019
liliana moro, la spada nella roccia, 1998/2019tavares strachan, robert henry lawrence jr, 2018
tavares strachan – serie

Liliana Moro, né in cielo né in terra, 2016